Le più recenti statistiche confermano la costante crescita dello shopping online rispetto alle vendite al dettaglio soprattutto nel settore dell’abbigliamento.
In questo ambito trova spazio anche il c.d. V-commerce (che prende il nome da “Vertical”) ossia dal diretto legame tra il produttore, che diventa anche distributore, e il consumatore, senza il passaggio di intermediari, così che è possibile risparmiare sui costi di “mark-up” e offrire condizioni economiche più vantaggiose ai clienti.
Ecco che diventa estremamente importante tenere a mente la normativa, sia nazionale sia europea, che regolamenta la vendita online, in continua evoluzione se non si vuole rischiare di incorrere in sanzioni o controversie.
La normativa vigente
Principalmente viene in considerazione l’aspetto legato alla privacy. Il Regolamento UE n. 679/2016 (GDPR) e il d.lgs. 101/18 hanno dato, infatti, nuova rilevanza alle informazioni sul trattamento dei dati personali da rendere agli utenti dei siti web.
Infatti, oltre alla “privacy policy”, è necessario gestire correttamente l’utilizzo dei cookies e rispettare le prescrizioni in tema di consenso dell’interessato prima di effettuare iscrizioni a newsletter o di inviare di pubblicità e comunicazioni commerciali, e fornire le dovute garanzie sull’esercizio dei diritti.
In secondo luogo, è necessario porre estrema attenzione alle condizioni generali di contratto, con le quali vengono disciplinati sia il contratto di vendita online sia le ulteriori questioni connesse alla spedizione dei prodotti e alle possibilità di recesso e di restituzione di quanto acquistato.
Trattandosi di forme di vendita a distanza e fuori dai locali commerciali, è fondamentale porre molta attenzione alle tutele che il Codice del Consumo (d.lgs. 206/2005) prevede nei confronti dei consumatori, soprattutto in termini di informazioni precontrattuali e di diritto recesso, nonché alle regole previste dal d.lgs. 70/2003 in tema di commercio elettronico.
La vendita verso Paesi esteri
Infine, devono essere attentamente valutati gli aspetti derivanti dalla diffusione e dalla vendita verso soggetti in Paesi stranieri, ognuno dei quali gode di normativa specifica e di norme particolari.
Il Consiglio Europeo ha dato il via ad un quadro giuridico coerente in tutta l’UE, garantendo al contempo un livello elevato di protezione dei consumatori. La nuova normativa si basa sul principio della massima armonizzazione, il che significa che gli Stati membri non possono discostarsi da quanto previsto dal testo.
Unico margine di movimento previsto per alcuni paesi riguarda la presenza di restrizioni per gli acquisti online, come ad esempio il limite per periodi di garanzia che non può essere mai al di sotto di quello stabilito al livello europeo (due anni).
Altro principio riguarda ad esempio la limitazione al ricorso a pratiche di “geo-blocking” (blocco geografico ingiustificato), come forme di discriminazione basate su nazionalità o il luogo di residenza degli utenti, dettando nuove regole da applicare allo shopping online.