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Brexit e viaggi in UK: cosa cambia dopo la vittoria di Boris Johnson?

30th Dicembre 2019 by Anna Realmuto

Contents hide
  • 1. Il visto e il passaporto
  • 2. I permessi di lavoro
  • 3. L’assicurazione sanitaria
  • 4. Costi sul roaming telefonico

Con la vittoria del conservatore Boris Johnson alle elezioni del 12 dicembre, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea il 31 gennaio 2020 sembra certa.

Cosa cambierà per i viaggiatori? Quali documenti serviranno? Da ormai qualche mese le principali compagnie aeree britanniche stanno fornendo informazioni ai passeggeri. Con ogni probabilità il cambiamento sarà graduale sino al gennaio 2021, quando sarà terminato il periodo transizione durante il quale Regno Unito e Unione Europea negozieranno un nuovo accordo post-Brexit.

Vediamo i passaggi di questo cambiamento.

Il visto e il passaporto 

La prima vera modifica riguarderà il visto. I turisti che arriveranno in UK da Paesi Ue, quindi anche dall’Italia, dovranno essere muniti di visto elettronico, da conseguire almeno tre giorni prima della partenza per la Gran Bretagna.

il procedimento di ottenimento del visto è molto simile a quella che attualmente è in vigore per ottenere l’ESTA (Electronic System for Travel Authorization) che consente l’ingresso negli Stati Uniti. Per ottenere il visto elettronico, infatti, sarà necessario disporre di un passaporto biometrico ed il visto consentirà al turista potrà di fermarsi per un massimo di 3 mesi, scaduti i quali dovrà far ritorno nel suo Paese di origine. Per rimanere in Gran Bretagna oltre i tre mesi, infatti, sarà necessario un permesso di lavoro. 
Il piano sull’immigrazione prevede che non sarà possibile entrare in UK con la carta di identità.
Queste nuove regole teoricamente potrebbero entrare in vigore già a partire dal prossimo 31 gennaio 2020. Ciononostante, è molto probabile che dopo il 31 gennaio possa scattare un periodo di transizione della durata di 11 mesi, durante i quali si lavorerà per rendere le nuove regole del tutto effettive.

I permessi di lavoro

Come detto in precedenza, per rimanere in Gran Bretagna oltre i tre mesi, infatti, sarà necessario un permesso di lavoro e nell’ottenerlo saranno privilegiati i lavoratori qualificati. Per medici, ricercatori o docenti, non dovrebbe essere difficile ottenere visti di durata medio lunga (5 anni), per poi poter ottenere una residenza. Sarà più complicato, invece, il percorso per chi fa lavori come barista, cameriere, pizzaiolo e simili (cioè per la maggior parte dei giovani italiani che ogni anno si recano a Londra per sbarcare il lunario). Per loro, sarà necessario partire con un contratto di lavoro in tasca. Altrimenti il visto elettronico avrà la durata di 3 mesi, scaduti i quali dovranno lasciare il Paese. 

L’assicurazione sanitaria

Nel caso che la Brexit si concretizzasse, le tessere europee di assicurazione malattia registrate nell’UE (ovvero quella che conosciamo come tessere sanitarie) non dovrebbero essere più valide. 

Questo documento permetterà ai cittadini europei in terra britannica di ricevere cure e assistenza di base negli ospedali pubblici per tutto il periodo di transizione (che dovrebbe estendersi fino al 31 dicembre 2020), successivamente occorrerà conoscere le modifiche che dipenderanno dagli accordi presi tra il Regno Unito e l’UE al termine del periodo di transizione

Costi sul roaming telefonico

Altro capitolo spinoso riguarda i costi sul roaming telefonico. Sino ad ora, i cittadini italiani in UK (come nel resto dei Paesi europei) potevano usufruire dei loro piani tariffari senza sovrapprezzi. Lo ha stabilito l’Unione europea con una legge entrata in vigore il 15 giugno del 2017. Con la Brexit, senza un accordo specifico verrebbe meno la garanzia della gratuità del servizio roaming, e il Regno Unito diventerà a tutti gli effetti un Paese fuori dall’accordo UE. Come suggerisce l’ambasciata italiana, i cittadini italiani (possessori di sim italiane) che visitano l’Inghilterra, dovranno fare riferimento al proprio operatore telefonico circa gli addebiti roaming.

Filed Under: Diritto del Turismo, News & Blog Tagged With: Brexit, Passaporto, Viaggio in Uk, Visto

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